A tutti noi è capitato di provare rabbia, magari eravamo in mezzo al traffico, oppure ci siamo irritati in risposta all'atteggiamento di un collega o un superiore a lavoro o ancora verso noi stessi per aver commesso un errore.
Quando proviamo rabbia si innescano in noi una serie di reazioni psicofisiologiche oltre che comportamentali e cognitive.
Vi è un aumento della pressione sanguigna, frequenza respiratoria e tensione muscolare.
Di fatto il nostro corpo si sta preparando a combattere contro un potenziale avversario: pensiamo ad es. all'aumento della tensione mascellare che ci prepara a mordere l'avversario.
La rabbia ha in comune con le altre emozioni il fatto di presentarsi con intensità variabile: può andare da una "lieve irritazione" a una "collera furiosa".
In mezzo a questi due estremi avremo tutta una serie di manifestazioni più o meno intense di rabbia.
Essere consapevoli di questa variabilità nell'intensità (oltre che nella frequenza) è importante poichè ci ricorda che: la rabbia può essere modulata.
La modulazione della rabbia ci consente di mantenere dei buoni rapporti con le altre persone, adattandoci alle norme sociali, alle leggi e al buon senso.
Modulare la rabbia non è tuttavia un'abilità che tutte le persone riescono a padroneggiare facilmente.
Per alcune persone la rabbia è infatti un'emozione difficile da contenere, per altre è assolutamente da evitare e reprimere.
"Marta, nel corso della sua vita, non ricorda di aver mai espresso rabbia in presenza di un'altra persona. Quando si arrabbia si tiene dentro l'emozione che si trasforma ben presto in un forte mal di stomaco".
"Fabio non riesce a controllare la rabbia nelle discussioni con la fidanzata. Quando la discussione si anima Fabio diventa sempre più teso e rosso in volto. Purtroppo gli è già capitato di aggredire fisicamente la sua compagna".
Se la rabbia non viene gestita può portare, come abbiamo visto nel caso di Fabio e Marta, a conseguenze spiacevoli, come abusi, violenze, disturbi psicosomatici, depressione ecc...
In che modo le persone provano a gestire la rabbia?
Esprimendola
Esprimere la rabbia assertivamente è una delle modalità più sane per gestirla. Per far questo è importante riconoscerla, modularla e avere ben chiari gli obiettivi della comunicazione.
Ricordiamoci che la persona assertiva usa l' "Io" invece del "Tu", non colpevolizza nè inferiorizza ma esprime il proprio punto di vista senza essere passiva nè aggressiva.
Reprimendola
Se reprimiamo la rabbia, evitiamo che venga espressa all'esterno.
Utilizzano questa modalità le persone per le quali "va sempre tutto bene" o che tentano in ogni caso di evitare le discussioni con gli altri.
Il pericolo è che bloccando l'espressione della rabbia verso l'esterno, questa si esprima danneggiando la salute di chi la prova!
Chi reprime la rabbia e la evita potrebbe col tempo soffrire di disturbi al fegato, gastrointestinali, ipertensione, depressione.
Inoltre chi adotta questa modalità può avere un atteggiamento di tipo passivo-aggressivo e attaccare indirettamente le persone verso le quali non ha espresso apertamente i sentimenti di rabbia.
Calmandosi
In questo caso la persona non blocca semplicemente l'espressione all'esterno della rabbia ma riesce a ridurre l'attivazione dentro di sè. Ciò è possibile grazie a un intervento sui pensieri legati alla rabbia e a tecniche per la riduzione dell'attivazione psicofisiologica.
Prossimamente vedremo alcune tecniche cognitivo-comportamentali di gestione della rabbia.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino