“Marta organizza ogni sua giornata, guarda spesso l'orologio, si sente costantemente sotto pressione.
Si agita, è nervosa e impacciata, la sua vita sembra una continua corsa contro il tempo".
Come abbiamo visto parlando del perfezionismo, un eccessivo peso dato al senso del dovere alimenta l'ansia.
Nel nostro es. Marta potrebbe avere convinzioni come:
"Devo fare sempre tutto per gli altri"
"Devo sempre finire i lavori a fine giornata"
"Devo evitare di fare errori"
"Devo fare in fretta"
Per quale motivo queste convinzioni rendono Marta ansiosa?
Il nostro cervello è programmato per attivare risposte d'ansia al fine di fronteggiare pericoli.
Le risposte d'ansia verranno attivate ad es. se vediamo una tigre scappata da uno zoo per strada. L'ansia è funzionale in questa situazione proprio perchè ci prepara a fuggire.
Tuttavia c'è una cosa che il nostro cervello non fa: distinguere tra pericoli reali e immaginari. Se non siamo convinti di questa cosa pensiamo all'ultimo film dell'orrore che abbiamo visto!
Nel caso di Marta il pericolo è qualcosa di meno visibile ma altrettanto spaventoso per lei: il timore di non riuscire a soddisfare i propri stardard elevati e delle catastrofiche conseguenze causate da questa mancanza.
Marta sta pertanto entrando in un circolo vizioso dal quale può non essere così semplice uscire.
Vediamo di cosa si tratta:
→Standard elevanti (devo fare veloce, devo fare tutto, devo fare perfettamente)
→ preoccupazione e ansia
→ rallentamento nello svolgere i compiti
→ sentimento di inadeguatezza rispetto ai propri standard
→ incremento dell'ansia
La presenza dei "devo" non colpisce solo il benessere personale di chi li adotta, ma anche la qualità dei rapporti con le altre persone.
Gli standard rigidi su come devono comportarsi e su cosa devono pensare gli altri si trasformano infatti facilmente in rabbia o atteggiamenti aggressivi.
Questo accade perchè le altre persone, nella maggior parte dei casi, non si comportano secondo le nostre aspettative.
In questo caso la persona avrà pensieri del tipo:
"Non deve trattarmi così, come si permette?”
“Deve capire sempre i miei bisogni”
“Gli altri devono capire le mie ragioni”
Talvolta può sentirsi diversa dagli altri, isolata, non compresa o può pensare che le altre persone vogliano ferirla volontariamente.
Sia che i devo siano rivolti a noi stessi sia che siano indirizzati al comportamento degli altri, possiamo chiederci: come modificare queste convinzioni?
Per prima cosa è importante capire la fonte del nostro modo di pensare.
- Da quali esperienze derivano le mie convinzioni?
- In che modo adottare queste convinzioni mi ha aiutato nel corso dell'infanzia?
In secondo luogo mettiamo in discussione le nostre convinzioni chiedendoci:
- quali prove posso trovare a sostegno della loro validità?
- quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo modo di pensare?
A questo punto possiamo fare il gioco della sostituzione.
Partiamo iniziando a monitorare in quali situazioni emergono i nostri devo.
Iniziamo poi metodicamente a sostituire mentalmente il termine "devo" con "vorrei".
Le convinzioni di Marta potrebbero essere riformulate così:
"Vorrei fare sempre tutto per gli altri"
"Vorrei sempre finire i lavori a fine giornata"
"Vorrei evitare di fare errori"
"Vorrei fare in fretta"
Vediamo altri esempi relativi ai comportamenti delle altre persone:
"devono trattarmi bene" -> "vorrei che mi trattassero bene"
"mia moglie mi deve ascoltare di più" -> "vorrei che mia moglie mi ascoltasse di più"
Qual è il vantaggio di sostituire il "devo"? Il "devo" ci rende ansiosi o arrabbiati poichè impone aspettative rigide su noi stessi e sugli altri che spesso non vengono soddisfatte.
"Vorrei" mette meno ansia perchè è più adatto alla (sana) imperfezione che riscontriamo quotidianamente in noi stessi, nelle persone e nelle cose.
Per concludere con una citazione motivazionale, ricordiamoci che “la vita non ci chiede di essere i migliori, ci chiede soltanto di provarci”.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino