Molte donne e uomini che hanno vissuto ripetutamente delusioni amorose si sono poste questa domanda. Tuttavia forse sarebbe meglio riformulare la domanda, il problema infatti non è tanto scegliere una persona che poi si rivela sbagliata, ma piuttosto rimanervi legati pur avendo compreso che lo è.
La domanda può allora essere riformulata in: perchè dopo aver capito che la persona è sbagliata ci rimango insieme per tanto tempo?
Ma ritorniamo al principio, ovvero alla prima volta che abbiamo incontrato il partner: potrebbe essere stato un vero e proprio colpo di fulmine, ci siamo forse sentiti come se finalmente avessimo trovato la nostra anima gemella. Ci sembrava di vivere un sogno...fino a quando, un giorno, ci siamo accorti che il comportamento del partner spesso ci feriva.
Allora ci chiediamo: Come è potuto accadere? Forse le nostre emozioni ci hanno ingannato? Come mai poi è così difficile staccarci da questa persona al punto da accettare di proseguire la relazione nonostante il malessere che ci crea?
La risposta va ricercata nel funzionamento della nostra mente! Nel corso della nostra infanzia e adolescenza, abbiamo vissuto una serie di esperienze che, combinandosi con i nostri tratti genetici del carattere, hanno forgiato la nostra personalità ed il nostro approccio alle relazioni.
In particolare nell'infanzia abbiamo fatto di tutto per adattarci all'ambiente e far sì che i nostri bisogni di sicurezza, spontaneità, affetto, autostima, guida, regole venissero soddisfatti.
Potrebbe tuttavia essere accaduto che alcuni di questi bisogni non venissero riconosciuti nè soddisfatti dai genitori e che dovessimo rinunciarvi e modificare il nostro comportamento pur di ottenere qualcosa.
Questo può averci portato a plasmare l'immagine di noi stessi, le aspettative sugli altri, le nostre emozioni ed il nostro comportamento di conseguenza.
Se ad es. il genitore è centrato completamente sui propri bisogni potrà accadere che il bambino si preoccupi costantemente di soddisfare i bisogni del genitore senza considerare i propri al fine di ricevere almeno un po' di attenzione.
Da adulto, se non riconosce questo processo e non lavora su di sè o non fa esperienze relazionali in qualche modo correttive, avrà la tendenza a soddisfare i bisogni degli altri e non chiedere nulla per sè e sarà più facilmente attratto da partner dominanti e centrati su di sè.
Nel presente, infatti, i nostri ricordi hanno un forte impatto sul nostro modo di relazionarci con gli altri sebbene la loro influenza sia al di fuori della nostra consapevolezza.
Quando ad esempio ci sembra che una persona ci piaccia o che ci stia antipatica "a pelle" non stiamo facendo altro che attingere in maniera automatica ed inconsapevole dalla nostra memoria.
Anche solo ascoltando la voce o dando la mano ad un'altra persona si attivano in noi reazioni emotive che hanno le loro radici nel passato e che ci possono portare a provare attrazione o repulsione verso quella persona.
Ma perchè le persone sbagliate sono così attraenti e non riusciamo ad allontanarci facilmente da loro?
Siamo spesso attratti da ciò che è noto o conosciuto, possiamo preferire ciò che è familiare anche se questo non corrisponde al soddisfacimento dei nostri bisogni più profondi.
Inoltre possiamo rimanere bloccati in una relazione che ci richiama una relazione passata, come a voler tentare a tutti i costi a modificare il finale.
Anche il colpo di fulmine è attivato dai nostri ricordi ed è spesso guidato dalla riattivazione di schemi precoci disfunzionali che ci riportano a rivivere nel presente situazioni problematiche del passato.
Può accadere allora che se abbiamo subito un abbandono nel corso dell'infanzia ci ritroviamo ad essere attratti da persone inaffidabili e poco presenti, se abbiamo subito una violenza o abuso troviamo partner violenti, se siamo stati ignorati dal punto di vista affettivo ci avviciniamo a partner distaccati e centrati su di sè.
Come uscire da queste trappole relazionali? Nel mio lavoro di psicoterapeuta trovo di grande utilità la Schema Therapy che permette di riorientarsi nelle proprie relazioni comprendendo il ruolo che hanno gli schemi nella scelta nel partner.
Grazie a questo approccio è possibile lavorare sulle emozioni in modo molto pratico e creare un collegamento tra situazioni e sensazioni passate e presenti per poi identificare gli schemi coinvolti, confrontarsi con essi e mettere in atto strategie di fronteggiamento diverse.
Se riconosciamo il nostro bambino interno sofferente ed impariamo a prenderci cura di lui possiamo essere in grado di individuare i suoi bisogni e di avvicinarci a persone che sono in grado di soddisfarli piuttosto che cadere vittima delle solite trappole.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino