A tutti noi sarà certamente capitato di sentirci sotto stress a causa di problemi sul lavoro, nelle relazioni all'interno della famiglia o con gli amici.
In queste occasioni ci rendiamo conto che i nostri muscoli sono in tensione, il nostro respiro diventa affannoso e tutto il nostro organismo funziona ad un ritmo accelerato, anche i respiri ad esempio sono affannosi, brevi e frequenti.
Senza dubbio tutte queste energie che il nostro corpo mobilita in alcune occasioni ci possono essere utili: pensiamo ad es. se dobbiamo correre per sfuggire a un'aggressione o a un'altra situazione di pericolo.
Tuttavia viene naturale chiedersi: che vantaggio ho a mantenere i muscoli in tensione e il respiro affannoso mentre sto svolgendo un lavoro al computer oppure mentre sono ad una riunione di lavoro con altre persone?
Se riflettiamo su questa domanda, arriveremo facilmente alla medesima risposta: nessun vantaggio.
In queste situazioni, infatti, la tensione muscolare e l'iperattivazione dell'organismo non è solo inutile ma anche controproducente, ci fa sentire spossati a fine giornata e rende più difficile mantenere la concentrazione sul lavoro.
Inoltre, un eccessivo accumulo di ossigeno attraverso una respirazione scorretta può fare insorgere una serie di sintomi tra cui il giramento di testa, vampate di calore, gola secca, dolori alla cassa toracica, ecc..
Come far sì allora che le nostre preoccupazioni non si trasformino in sintomi d'ansia e stanchezza cronica?
Un approccio, di cui abbiamo parlato anche in altri post è andare a lavorare sull'individuazione delle convinzioni e dei pensieri che ci rendono preoccupati, accanto a questo può essere però utile intervenire con un altro tipo di risposta: il rilassamento.
Esiste una vasta letteratura scientifica che dimostra che il rilassamento è utile per chi svolge lavori stressanti, per chi soffre di fobie, disturbo da attacchi di panico o per chi soffre d’ansia in seguito alla scoperta di una malattia o prima di un intervento chirurgico.
Un buon numero di ricerche dimostra che i pazienti che soffrono di angina pectoris traggono giovamento dal rilassamento. Il rilassamento infatti riduce, l’ansia, la depressione, la frequenza degli episodi di angina. Sono comunque necessari ulteriori studi per confermare questi risultati.
Studi allo stadio preliminare hanno mostrato che il rilassamento può essere utile per le seguenti condizioni: depressione, asma, fibromialgia, mal di testa, nella prevenzione del rischio attacchi di cuore, ipertensione e insonnia.
In conclusione una serie di studi hanno dimostrato l'utilità del rilassamento per una serie di problematiche legate allo stress, alla tensione muscolare e in generale a una eccessiva attivazione ansiosa dell'organismo.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino